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Immagine del redattoreDott.ssa Vidheya Del Vicario

Ipnosi: Non varcare quella porta. O forse sì

SG



“...ma per ricordare a me stessa che è possibile farcela”

Ambito d'intervento: Ipnosi

“Entro in una stanza, la riconosco, è casa mia, ma è come se fossi quasi un’estranea tra queste mura. Ci sono oggetti sparsi ovunque e capisco che mi appartengono, ne ho memoria, li sento miei, ma allo stesso tempo mi rendo conto che non sono al loro posto. Niente è più dove dovrebbe essere, i quadri sono storti, le fotografie giacciono per terra, i libri hanno abbandonato il loro posto sulle mensole e sono sparsi per la casa, accantonati negli angoli più disparati. Faccio qualche passo in avanti, mi avvicino alla finestra, la apro per prendere una boccata d’aria e penso che il paesaggio che vedo oltre il davanzale non è cambiato, è identico a quello di sempre, ma dentro? Dentro c’è solo confusione e disordine. Decido di rimboccarmi le maniche e di iniziare a rimettere tutto al proprio posto, non può essere così difficile, ho vissuto in questa casa per anni e nonostante il mio essere disordinata, mi ricordo bene dove devono essere messe le cose. Inizio a raccogliere ciò che trovo per terra, ripongo tutto al proprio posto ma non c’è verso che le cose restino lì. I libri sono di nuovo sulle mensole ma a guardarli con attenzione non mi sembra che quella sia la loro posizione migliore, forse starebbero bene altrove, il problema è che non riesco a capire dove si trovi questo altrove. Provo a riordinare tutta la casa una, due, dieci, cento volte ma niente torna davvero al suo posto. Mi sento come una trottola che gira incessantemente su se stessa consumando molta energia senza muoversi davvero, fino a quando smette e cade. Una volta caduta mi arrendo. Non ce la faccio a mettere tutto in ordine da sola, c’è troppa roba, ci sono tantissime cose da sistemare e a me sembra di non avere più la forza e l’energia necessaria per un lavoro tanto importante, ho il fiato corto e di questo passo mi accorgo di non concludere davvero nulla. Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti.

Mi affido ad un professionista del riordino che non mi garantisce che il risultato sarà quello che mi aspetto, né tantomeno mi dice quanto tempo ci vorrà per riordinare tutto il casino che c’è in giro ma io sento che può essere la strada giusta, la confusione di questa casa non può certo peggiorare.

La prima cosa che mi aiuta a fare è a mettere tutto in giro, a svuotare tutti i cassetti, anche quelli che mi sembravano ordinati, devo buttare tutto per aria, dice, per poi iniziare con calma e attenzione a riordinare le cose insieme. In realtà sono io che faccio tutto il lavoro pesante, esco sudata e stanca dopo ogni sessione di riordino, spesso mi sembra di non aver messo a posto nulla ma con il passare del tempo, libro dopo libro, fotografia dopo fotografia, cassetto dopo cassetto, tutto torna in ordine.

Mi guardo intorno e mi accorgo che quest’ordine non ha nulla a che vedere con l’ordine che conoscevo prima, non tutte le cose sono tornate al posto in cui pensavo sarebbero dovute stare ma semplicemente ne hanno trovato uno nuovo, migliore, più adatto a loro, il precedente non era adatto a loro, evidentemente. La sensazione che sento è di calma e forza allo stesso tempo. Ho scattato una foto della casa riordinata, non per ricordare il posto giusto di ogni cosa ma per ricordare a me stessa che è possibile farcela, è possibile trovare una nuova via, è possibile cambiare le cose e inventare un nuovo ordine se si sa come farlo.” Questa metafora della casa in disordine è perfetta per raccontare la mia esperienza. Riordinare il caos che avevo dentro è stato per me uno dei percorsi più accidentati e faticosi che potessi affrontare ma la soddisfazione di riuscire ad arrivare ad un nuovo punto di partenza con uno sguardo nuovo sul mondo e dentro di me è stato invece uno dei traguardi più importanti che potessi raggiungere.

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